Titolo: ¡Viva la Vida!
Autore: Pino Cacucci
Editore: Feltrinelli
Uscita: 15/01/2014
Pagine: 76 pp.
Prezzo: 9,00 €
Trama:
Si tratta di un monologo che mette in scena l'appassionata esistenza di Frida Kahlo "detta" dalla protagonista dal vertice estremo dei suoi giorni. Mentre corre verso la morte, Frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata (ripetutamente ingessata e condannata all'immobilità), ai suoi licidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, alla sua relazione con Diego Rivera. In poche pagine c'è il Messico, c'è il risveglio dell'immaginazione, c'è la storia di una donna, c'è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. La sintesi infuocata di un'esistenza.
Recensione:
Quando ho scelto Viva la vida di Pino Cacucci, l’ho fatto per una semplice ragione: partecipare a una sfida di lettura che chiedeva un romanzo breve. Non avevo particolari aspettative, ma speravo almeno di trovare uno sguardo nuovo su Frida Kahlo, figura artistica e iconica che non ho mai davvero compreso fino in fondo.
Il libro è un monologo intenso e ininterrotto di Frida, raccontata in prima persona. Una lunga confessione interiore, che mescola ricordi, dolore fisico, passioni e tormenti. E se da un lato questo flusso di coscienza è coerente con il suo stile di vita e la sua arte, dall’altro mi ha lasciato distaccata, quasi infastidita.
Frida è stata senza dubbio una figura fuori dal comune: malata fin da giovanissima, sopravvissuta a un incidente devastante, sempre in lotta tra la vita e la morte, tra il corpo e la mente. Ma ciò che emerge qui è soprattutto il suo amore contraddittorio e doloroso per Diego Rivera: un uomo molto più grande di lei, che la tradiva in continuazione. Eppure, lei lo amava lo stesso, nonostante tutto.
È forse proprio questo l’aspetto che mi ha colpita di meno: la loro relazione distruttiva e squilibrata, quasi idolatrata da Frida anche nei momenti peggiori. Capisco che il libro vuole dare voce al suo tormento interiore, ma personalmente avrei preferito più narrazione, più contesto, meno delirio continuo.
Frida Kahlo resta per me un mistero. Non mi emoziona la sua arte, non mi convince la sua leggenda. Questo libro, pur breve e ben scritto, non mi ha aiutata a cambiare idea.
👁🗨 Voto personale: ⭐⭐/5
👉 Lo consiglio solo a chi ama molto Frida Kahlo o cerca un testo sperimentale, tutto interiore, senza dialoghi né svolgimenti narrativi.
L'Autore:
Nato nel 1955 e cresciuto a Chiavari, si è trasferito a Bologna nel 1975 per frequentare il DAMS. All'inizio degli anni 80 è vissuto per lunghi periodi sia a Parigi che a Barcellona. In seguito viaggia molto in America Latina e soprattutto in Messico, dove ha abitato per lunghi periodi.
Ha pubblicato finora numerosi libri di narrativa e saggistica. Pone in risalto personaggi storici non vincitori, sommersi e nascosti dalla Storia ufficiale. Come posto in evidenza dallo stesso autore nell'Opera "In ogni caso nessun rimorso", la Storia viene scritta sempre dai vincitori ed i suoi protagonisti perdono, come conseguenza delle loro azioni, tutto: battaglie, lavoro, amici, ideali, la loro stessa vita, tranne la dignità, ma con l'aggiuntiva sfortuna di vivere in un'epoca in cui la dignità stessa era l'ultima delle qualità necessarie per passare alla Storia. Particolarmente intensa è anche la sua attività come traduttore.
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