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mercoledì 15 gennaio 2014

RECENSIONE: Fuoco nelle viscere (P. Almodovar)



Ho letto questo libro tutto d'un fiato, in bilico tra lo stupore, l'indignazione, il rifiuto e la scoperta che in fondo (ma molto in fondo) una trama esiste.
In questo testo Pedro Almodovar riversa tutto il mondo del suo cinema surreale, animato dal sesso, ammazzamenti, obesità, femministe e vergini settantenni.
Al centro del libro c'è la storia del cinese Chu Ming, industriale degli assorbenti interni, che abbandonato da tutte le sue amanti, diventa pazzo per trovare infine il modo di vendicarsi, prima di porre fine alla sua vita con un bel suicidio studiato nei dettagli.
Nella Madrid di fine anni Settanta, mi sono trovata catapultata in un girone infernale di personaggi slegati tra loro, ma in fondo legati da un destino comune.
Non avevo mai letto nulla di Almodovar, e sono rimasta scioccata dal suo modo di scrivere. Sono ancora indecisa se il libro mi sia piaciuto o meno!
Chu Ming regala il suo ultimo prodotto ad ogni donna della città, ma l'ultimo nuovissimo assorbente è "avvelenato", e contagerà donne e uomini. Le donne saranno affamate di sesso, e si riuniranno in gruppi per andare a caccia di maschi.
Agli uomini il virus provocherà bubboni e continue emorragie, tanto da portarne molti addirittura alla morte.
C'è una travolgente e carnevalesca innaturalità in questa realtà rovesciata. Sono sconvolta, solo questo.

Se dovessi decidere per un voto, darei 2/5... In realtà tendo più ad un giudizio negativo. Credo che con molta difficoltà mi avvicinerò ad un altro scritto di Almodovar.