nel ventennale della scomparsa del controverso scrittore statunitense
“Charles Bukowski al cinema.
Storie di sbronze
e di pop corn”
del giornalista Michele Nardini
edito da Giovane Holden Edizioni
è uscito in libreria, nel ventennale della scomparsa di Charles Bukowski, il saggio divulgativo “Charles Bukowski al cinema. Storie di sbronze e di pop corn” del giornalista Michele Nardini, edito da Giovane Holden Edizioni.
Al tempo stesso un libro sul cinema e su Bukowski: un libro sul cinema perché analizza a fondo i film ispirati alle opere dello scrittore statunitense, mettendo a fuoco le similitudini e le dissonanze rispetto alla fonte letteraria; un libro su Bukowski perché parla del mondo dello scrittore, cantore dei bassifondi urbani e della frantumazione dell’American dream. La stretta compenetrazione tra arte e vita è il punto di partenza per capire l’universo Bukowski. La sua ingente produzione, che comprende romanzi, racconti e poesie, si avvale infatti dell’imprescindibile confronto con la realtà, quella autentica che Bukowski ha realmente vissuto sulla propria pelle: il suo è un realismo crudo ambientato nelle periferie degradanti, nei bar malfamati, in mezzo a falliti, miserabili e prostitute. È in questo microcosmo che Bukowski trova l’ispirazione per le sue opere nelle quali, con uno stile immediato e farcito d’ironia, emerge un profondo pessimismo nei confronti della società e degli esseri umani. A venti anni dalla sua morte, Bukowski è diventato un’icona non solo nel mondo letterario. Le sue opere hanno ispirato e continuano a ispirare, in ogni ambito, molti artisti. Anche il cinema non si sottrae a questo omaggio. Malgrado Bukowski non abbia mai nascosto il suo disprezzo nei confronti di un’arte considerata inutile e dannosa, malgrado la sala cinematografica sia considerata un luogo buono solo per mangiare i pop corn, il confronto con il cinema è costante. Ne sono una testimonianza i film “Storie di ordinaria follia” di Marco Ferreri (1981), “Barfly” di Barbet Schroeder (1987) e “Factotum” di Bent Hamer (2005). Il primo riprende alcuni racconti dell’omonimo libro, il secondo si basa su una sceneggiatura scritta dallo stesso Bukowski, il terzo è una libera trasposizione del romanzo scritto nel 1975. Tre esperienze diverse che riprendono alcuni capisaldi della letteratura bukowskiana come la passione per la scrittura, per l’alcool, le donne e le corse ai cavalli, come la scelta consapevole di vivere ai margini. Tre esperienze che questo libro racchiude, tracciando un possibile itinerario nel rapporto tra Bukowski e il cinema.
Michele
Nardini
Nel
2010 si laurea all’Università di Pisa con una tesi sui fratelli Taviani e due
anni dopo frequenta un Master in Comunicazione pubblica e politica. Attualmente
lavora alla Scuola Superiore Sant’Anna (Pi), per la quale ha curato la
creazione e la gestione di spazi web-multimediali. Collabora con La Nazione e con il sito web
www.indie-eye.it.
Iscritto
all’Ordine dei Giornalisti della Toscana come giornalista pubblicista, è
appassionato di fotografia e ha lavorato nell’organizzazione di eventi
culturali, tra cui il Festival cinematografico EuropaCinema.
Vive
a Viareggio (Lu).
Prezzo di
copertina: 15,00 euro
I libri di Giovane Holden Edizioni sono in vendita in tutte le librerie.
Distribuzione
Cinquantuno.it www.cinquantuno.it.
On
line all’indirizzo http://www.giovaneholden-shop.it/
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