martedì 18 luglio 2017

PUBBLICITA': Brucia per me (Federica Leva)



Buongiorno cari lettori!
Oggi vi presento il nuovo romanzo di Federica Leva, che ho conosciuto qualche mese fa, quando ho presentato il suo romance "Bugiardo per amore".
Eccoci qui con un nuovo titolo, "Brucia per me".
Il romanzo è uscito il 27 giugno di quest'anno, e non ve lo dovete perdere se amate le letture un po' hot.




Romance contemporaneo con parti hot
Pagine 335
In ebook e KU. Presto anche in cartaceo.


Sinossi:
Alec Blackmore non si è mai curato delle chiacchiere e dei giornalisti. Amministratore delegato di una famosa azienda di cosmesi, è molto richiesto dalle donne e non teme di infangarsi la reputazione, quando il suo migliore amico gli propone di fingersi il suo fidanzato, durante una vacanza in montagna. La copertura è indispensabile perché nessuno importuni Sebastian, appena uscito da una clinica dopo un tentativo di suicidio. Ad Aspen, però, Alec incontra Sheryl e l’attrazione è reciproca, quasi feroce. Ogni sguardo è una scintilla, ogni carezza porta con sé il brivido del fulmine. Credendo che lui sia impegnato con un altro uomo, Sheryl cerca in tutti i modi di non lasciarsi coinvolgere, ma Alec non è abituato a essere respinto. Vuole farla crollare con tutte le sue convinzioni, e intesse un incantesimo in cui rischiano di farsi male entrambi. Perché Sheryl ha un segreto, nel suo passato, e lui rischia di perdere tutto, con quel gioco d’inganni…


Primo estratto
Lasciò il fiore di scatto e si guardò il dito, macchiato sul polpastrello da un rubino di sangue. Fece per portarselo alle labbra, ma lui fu più rapido, le prese la mano e sfiorò la piccola ferita con la bocca. Sorridendole con gli occhi, aprì le labbra in un bacio e fece scorrere la lingua sulla sua pelle in una carezza lenta e provocante.
Sheryl si dimenticò di respirare; dimenticò la musica, le montagne innevate, il suo nome. Le parve di esplodere in una costellazione di brividi accecanti, gli occhi incatenati a quelli predatori dello sconosciuto. 
E d’improvviso, quel fuoco che si era sbriciolato in cenere, durante il suo infelice matrimonio, le divampò dentro come un incendio. Sentì le maree del desiderio montarle nel sangue, roventi e inarrestabili, come se lui fosse stato la luna e lei un oceano incandescente, impaziente di raggiungerlo.
Le era mai accaduto di provare un’attrazione così folle e impetuosa per uno sconosciuto? No, non che ricordasse, ed era travolgente, un tremore spaventoso e meraviglioso nello stesso tempo…


Secondo estratto
Aggrappata con le mani alla roccia, gli occhi fissi nel tramonto che si stava spegnendo, Sheryl non osava respirare. Non osava pensare. Ogni cosa, in lei, era un’esplosione di emozioni. Di lussuria, di dissolutezza. Di assoluto, incontenibile desiderio. 
Contro la sua volontà, inarcò la schiena e reclinò la testa all’indietro, sulla spalla di Alec, e si morse un labbro per non gemere. 
Che cosa stava facendo? Era nuda e svelata allo sguardo dell’uomo più bello che avesse mai conosciuto. E si stava lasciando toccare, palpeggiare e frugare come se fossero stati amanti insaziabili, bramosi, irrefrenabili. 
Ed era bello, meravigliosamente, diabolicamente bello!
All’improvviso, Alec si fermò. Le avvolse la conchiglia pulsante nel palmo e per qualche momento rimase così, immobile, la guancia posata contro la sua, il respiro corto e affannato. Si era già stancato? L’aveva solo provocata per saggiare quanto fosse debole? Che brutto bastar…!
«Ah!»
Senza preavviso, Alec la penetrò con un dito e con il palmo iniziò a massaggiarla sulla perla turgida. Sheryl si sentì sciogliere come cera fusa e s’addossò contro di lui, incapace di restare in piedi, nel dolce dondolio dell’acqua. Era smaniosa, abbandonata alla magica tortura delle sue mani, perduta. Alec la baciò sulla fronte e la mordicchiò ancora sul collo.
«Godi, mia sirena. Godi per me!»

Terzo estratto
Aveva provato a resistere ma, anche se avesse potuto lottare contro di lui, non poteva mentire a se stessa. Voleva le sue mani su di sé, la sua bocca spalancata sulla pelle e quel dito invadente, che aveva appiccato un incendio laddove nessun uomo s’inoltrava da oltre tre anni. E adesso avrebbe distrutto il mondo con un urlo, se qualcuno li avesse fermati, se qualcuno avesse osato derubarla di quell’orgasmo che stava montando dal cuore della sua femminilità come un cavallo selvaggio. Il dito di Alec sapeva quali corde tirare e finalmente quella tensione insopportabile scoppiò, come una nuvola trafitta da una freccia. Il tramonto scomparve e ogni cosa venne inghiottita da un velo nero e accecante. Rapida, la mano che le torturava il seno salì a tapparle la bocca, e lei urlò, un grido selvaggio, liberatorio. Anche il respiro di Alec era affannato, e una manciata di secondi più tardi lui le si addossò contro con un ringhio soffocato, spingendola contro le rocce. 

«Scusa» mormorò sulla sua nuca. «Scusa.»







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