sabato 28 marzo 2020

RECENSIONE: Il caso dei libri scomparsi (Ian Sansom)



Titolo: Il caso dei libri scomparsi
Autore: Ian Sansom
Editore: Tea
Uscita: 23 Luglio 2009
Pagine: 311 pp.
Prezzo: 12,00 €


Trama:
Appena arrivato da Londra nella piccola cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, per ricoprire il suo primo posto come bibliotecario, il giovane Israel Armstrong scopre che in effetti il suo posto non c'è, né la biblioteca, né i libri... E questo non è che l'inizio dei suoi guai. Nel giro di poche ore infatti perde vestiti, soldi, carte di credito, e forse anche fidanzata, s'imbatte in una serie di personaggi con i quali immancabilmente entra in conflitto, viene alloggiato niente meno che nella stia dei polli di una fattoria e si ritrova incastrato al volante di un vecchio furgone arrugginito che funge da biblioteca semovente, ma senza scaffali. Peccato però che i libri continuino a mancare: 15.000 volumi, per l'esattezza, scomparsi. Chi mai li avrà rubati? E perché?
Ma soprattutto, ci sarà in quell'angolo di mondo dimenticato da Dio un posto decente dove poter bere un cappuccino decente e leggersi il giornale? Israel vuole delle risposte...
Una commedia degli equivoci ironica, distaccata, dai toni surreali, con uno straordinario cast di personaggi eccentrici sullo sfondo della provincia rurale dell'Irlanda del Nord; è la prima improbabile avventura di un eroe riluttante, che inaugura una nuova serie di romanzi intelligenti e scoppiettanti: le storie del bibliobus di Tundrum.




Recensione:
Scrittura orribile e personaggi odiosi. Queste sono le prime cose che ho pensato, e che mi hanno accompagnato per tutta la lettura. Forse la storia è stata scritta apposta così. Io non ho metri di paragone con altri libri dello stesso autore.
Credo che abbia voluto far trasparire uno strano umorismo anglosassone, che a me non fa per niente ridere.
Ci sono una serie di caricature di personaggi strani, obesi, petulanti e disadattati. Ma tutto, a mio parere, è tutto forzato. La satira diventa una macchietta, le situazioni sono portate all'estremo, e la realtà è surreale e grottesca.
Io avrei preso a pugni tutti i personaggi che il bibliotecario Israel incontra sul suo cammino. Leggo una società fintamente cattolica, piena di finto perbenismo, che si crede la migliore, e fa apposta a trattare male il nuovo arrivato solo perché straniero e uomo di città.
E avrei preso a pugni il protagonista, perché non è possibile che se ne faccia dire di tutti i colori, si faccia trattare da pezza da piedi, uno zerbino sul quale tutti possono pulire gli stivali sporchi di fango. E poi gli succedono troppe cose assurde una dietro l'altra, guai a non finire, problemi senza apparente soluzione. E' un libro pazzesco e insopportabile.
Per me è no.




L'Autore:
Ian Sansom, inglese, vive vicino a Belfast con la sua famiglia. Collabora regolarmente con il "Guardian" e con la "London Review of Books" in qualità di critico letterario. Nel 2002 ha pubblicato The Truth About Babies, resoconto di un anno di gioie e orrori della paternità. Ha debuttato nella narrativa del 2004 col romanzo The Impartial Recorder, cui hanno fatto seguito Ring Road e le Storie del Bibliobus di Tundrum, pubblicate in Italia dalla TEA: Il caso dei libri scomparsi, Che cosa è successo a Mr Dixon?, Due uomini e un furgone e Galeotto fu il libro; in seguito sono apparsi, nel 2013, il saggio L'odore della carta e, nel 2016, il romanzo Il reverendo, le rose e le stravaganze del professore. Dal 2017 è direttore del Trinity Oscar Wild Centre di Dublino.



#Challengejukebook2.0


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