Trama:
Azzurra ha il cuore spezzato e nulla da perdere. Sono gli anni 80, la scuola è finita e l'aria di città è diventata irrespirabile.desiderosa di tranquillità, la ragazza decide di ritirarsi in un piccolo paese con pochi, schivi abitanti, Cima d'Argille, in affitto la dépendance della villa di Ilda, una donna anziana e dimenticata da tutti, con un glorioso passato da attrice e un presente di solitudine e deliri. Nel borgo cupo e perennemente battuto dalla pioggia, Azzurra cerca Barbara, amica dei tempi della scuola, fuggita per inserire il sogno della musica e poi scomparsa senza dare più notizie.tutti, in paese, sostengono che Barbara sia morta, ma le stranezze e le voci che ha lasciato dietro di sé disegnano una scia che Azzurra non può e non vuole ignorare. La stessa Ilda, fra le nostalgie del grammofono e le finestre sempre socchiuse, ha qualcosa da nascondere. Sullo sfondo di una provincia umida e abbandonata, in balia dei capricci del fiume, dove i misteri riposano fra le diroccate pietre tombali del vecchio cimitero, a inizio un percorso verso un passato oscuro, in cui i pericoli sono in agguato e i peggiori incubi diventano realtà.
Recensione:
Ci sono thriller che rassicurano, perché alla fine la verità emerge e la giustizia trionfa.
E poi ci sono romanzi come questo: un noir cupo e avvolgente, dove la verità è un’ossessione e la giustizia resta un miraggio.
La protagonista intraprende una ricerca ostinata: vuole ritrovare una vecchia amica di gioventù, sparita misteriosamente anni prima. Ma ciò che inizia come un gesto di affetto si trasforma presto in un labirinto di morti sospette, incidenti inquietanti e silenzi che pesano più delle parole.
Tra vecchie attrici dimenticate e ormai senza soldi, un paesino di provincia umido, abbandonato e immobile nel tempo, e una sequenza di colpi di scena che tolgono il fiato, il romanzo cattura con la forza della sua atmosfera.
L’autrice scrive con una penna scorrevole, elegante e tagliente, capace di alternare introspezione e tensione, fino a spingerci in un finale amaro, dove l’assassino non ha volto e la giustizia resta sospesa.
È una lettura che lascia addosso un senso di inquietudine, ma anche la certezza di aver attraversato una storia intensa, drammatica, indimenticabile.
Un noir che non consola, ma che avvince fino all’ultima pagina.
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
L'Autrice:
Maria Silvia Avanzato, nata a Bologna nel 1985, ha vinto numerosi concorsi letterari con racconti e romanzi scritti all'età di cinque anni. Scrive articoli per il web, soggetti teatrali e testi musicali. Le piace oscillare fra ironia e noir e convive con un editor inflessibile dai ferrei giudizi: sua nonna. Nel 2013, per Fazi editore, ha pubblicato Crune d'aghi per cammelli, e nel 2016 ha pubblicato Anemone al buio.
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